Rischio microclimatico e da radiazioni solari: valutazione del rischio e misure di prevenzione

Rischio microclimatico e da radiazioni solari

📢 Aggiornamento normativo – Ordinanza Regione Veneto 1 luglio 2025
A fronte delle elevate temperature previste per l’estate, la Regione Veneto ha emanato un’ordinanza che vieta lo svolgimento di attività lavorative all’aperto (agricoltura, florovivaismo, edilizia, cave) dalle ore 12:30 alle 16:00, nei giorni a rischio “ALTO” indicati dalla mappa Worklimate INAIL. Il provvedimento sarà in vigore dal 3 luglio al 31 agosto 2025 e si applica qualora, nonostante le misure di prevenzione adottate, permangano condizioni di stress da calore con rischi per la salute.
Questa ordinanza si inserisce in un contesto normativo e tecnico più ampio, che richiede ai datori di lavoro una corretta valutazione del rischio microclimatico e da esposizione solare, come approfondiamo nel presente articolo.

Nel 2023, le temperature globali hanno raggiunto un record storico, con un’anomalia di +0,86°C rispetto alla media 1991-2020. In Italia, è stato il secondo anno più caldo dal 1961, con un’anomalia media di +1,14°C. Questo è ciò che è emerso dal rapporto “il clima in Italia nel 2023” prodotto da SNPA nel 2024.

L’aumento delle temperature medie legato ai cambiamenti climatici rappresenta un rischio significativo anche nei luoghi di lavoro. Infatti sono diverse le Regioni, tra cui Lombardia e Lazio, che hanno emesso delle ordinanze per limitare il lavoro all’aperto nelle ore più calde, in quei giorni contrassegnati dal bollino rosso.

Le condizioni di calore estremo nei luoghi di lavoro possono:

  • Aumentare il rischio di patologie correlate al calore;
  • Favorire infortuni a causa di affaticamento e ridotta concentrazione;
  • Compromettere la produttività;
  • Influenzare negativamente materiali, attrezzature e sostanze chimiche presenti.

Per la legge i lavoratori hanno diritto a un ambiente in cui i rischi derivati da microclima e l’esposizione alla radiazione solare siano valutati e gestiti con l’individuazione di misure preventive e un monitoraggio continuo della loro efficacia, ponendo sempre una particolare attenzione ai lavoratori più vulnerabili.

L’articolo 28 del D.Lgs. 81/08 obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi, inclusi microclima e radiazione solare, con sanzioni in caso di inadempienza. La valutazione deve riferirsi sia all’Allegato IV (requisiti degli ambienti) che all’articolo 180, il quale cita espressamente il microclima come agente fisico.

Per microclima si intende un complesso dei parametri ambientali (es. temperatura dell’aria, umidità, ricambio dell’aria ecc.) che condizionano lo scambio termico soggetto-ambiente. In poche parole, in un ambiente confinato il caldo non deve essere troppo alto da impedire al corpo di disperdere calore (rischio presente negli ambienti severi caldi) e non deve essere troppo freddo da impedire al corpo di trattenere calore (rischio presente negli ambienti severi freddi).

Le attività svolte in ambienti severi caldi sottopongono il sistema cardiovascolare a notevoli condizioni di sforzo, che possono causare il cosiddetto colpo di calore.

Nelle attività svolte negli ambienti severi freddi il rischio è rappresentato dal possibile insorgere di uno stato di ipotermia, che può determinare anche conseguenze letali.

Lo stress da calore in questi ambienti deriva talvolta da esigenze produttive ineludibili, come la vicinanza a forni ceramici o fusori, o l’accesso a celle frigo nel settore alimentare. Altre volte i rischi legati al calore sono dovuti alle condizioni climatiche esterne, specie nelle lavorazioni all’aperto in agricoltura, nei cantieri stradali o nella manutenzione di infrastrutture.

Nonostante la menzione all’articolo 180 del Testo Unico, nel Titolo VIII, ovvero il titolo che si occupa dei cosiddetti “rischi fisici” non esiste un capo specificamente dedicato a microclima o alla radiazione solare, ai quali si applicano in ogni caso le disposizioni generali contenute negli articoli dal 181 al 186, tra cui:

  • Informazione e formazione obbligatorie per i lavoratori esposti (art. 184), specialmente per i soggetti sensibili che potrebbero richiedere sorveglianza sanitaria (art. 41);
  • Valutazione dei rischi aggiornata almeno ogni 4 anni o in caso di modifiche rilevanti (es. processi produttivi).

STRUMENTI DI SUPPORTO

Le Regioni, Province Autonome, l’INAIL e il Coordinamento Tecnico per la Sicurezza mettono a disposizione delle risorse per la valutazione e la prevenzione del rischio microclimatico, consultabili sui portali “Agenti Fisici” e “Worklimate“.

Inoltre, la Conferenza delle Regioni e delle provincie Autonome nel 19 giugno 2025 ha pubblicato delle linee guida per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare. Tali linee guida sintetizzano i documenti regionali e provinciali, fornendo indicazioni operative per datori di lavoro e addetti alla prevenzione e verranno proposte di seguito.

QUALI SETTORI SONO SOGGETI AL RISCHIO DA MICROCLIMA E RADIAZIONI SOLARI?

Queste indicazioni si applicano a tutti i settori lavorativi in cui sussista un rischio prevedibile legato a temperature elevate e esposizione alla radiazione solare.

Prima è utili suddividere gli ambienti di lavoro in indoor e outdoor.

  • Ambienti outdoor (esterni): Presentano entrambi i rischi (calore e radiazione solare).
  • Ambienti indoor (interni): Il rischio da calore sussiste solo in caso di:
    • Isolamento termico inadeguato
    • Assenza di climatizzazione efficace
    • Influenza diretta delle condizioni meteorologiche esterne
    • Layout che impediscono il comfort termico

Negli ambienti “non vincolati” (dove non esistono vincoli produttivi che ostacolano il controllo microclimatico), il datore di lavoro dovrebbe sempre garantire le condizioni di comfort termico per i lavoratori.

FATTORI DI RISCHIO PER CALORE E RADIAZIONE SOLARE

Esistono delle condizioni predisponenti alle patologie da calore che dipendono sia dal singolo individuo che dall’ambiente e sono:

  • Temperature elevate con umidità alta (anche indoor non climatizzati) e ventilazione inadeguata
  • Scarsa idratazione e alimentazione inappropriata
  • Esposizione diretta al sole o a fonti di calore intenso
  • Attività fisica intensa
  • Uso di indumenti pesanti o DPI occlusivi
  • Suscettibilità individuale al caldo (vedi le brochure informative sul portale Worklimate)

Ci sono caratteristiche dell’ambiente che rendono più probabile che si presenti una patologia derivante da radiazioni solari come l’esposizione diretta al sole e la presenza di superfici riflettenti.

 

EFFETTI SULLA SALUTE DI CALORE E RADIAZIONE SOLARE

Dermatite da sudore
Cause: sudorazione eccessiva
Sintomi: irritazione cutanea, vescicole/papule (collo, ascelle, torace, inguine)
Intervento: spostarsi in ambiente fresco/asciutto; evitare creme
Crampi da calore
Cause: perdita di sali minerali
Intervento: reintegro salino (integratori/orale/endovenoso); massaggio muscolare.
Squilibri idrominerali
Cause: disidratazione grave con deficit di sodio
Sintomi: debolezza, pressione bassa, pelle secca
Intervento: idratazione immediata con sali (snack/integratori); allerta medico se sintomi persistono.
Esaurimento da calore
Cause: sforzo fisico in condizioni termiche critiche
Sintomi: nausea, confusione, temperatura >40°C
Intervento: spostamento in area fresca, idratazione a piccoli sorsi, raffreddamento cutaneo; valutazione medica obbligatoria.
Colpo di calore
Emergenza medica (temperatura >40°C)
Sintomi: pelle secca, alterazioni mentali, arresto sudorazione, shock
Intervento: allerta immediata 112/118; raffreddamento rapido con acqua e ventilazione.
Effetti da radiazione solare (a breve termine)
Eritemi e ustioni solari dovute ai raggi UVB e patologie dell’occhio come fotocongiuntivite o fotocheratite

MISURE ORGANIZZATIVE

Una forma di prevenzione a livello organizzativo è sicuramente quella di formare i lavoratori al primo soccorso anche oltre gli obblighi di legge. Inoltre nei mesi più caldi dell’anno, e previo un consulto del medico del lavoro, si consiglia di integrare la cassetta di pronto soccorso o il pacchetto di medicazione (a seconda del tipo di azienda) con un kit che comprenda sali minerali, ghiaccio, mantelline termiche. Per le aziende che lavorano in settori particolarmente interessati dal caldo e dal sole, come edilizia e agricoltura, è molto utile fornire agli addetti una formazione specifica.

I lavoratori esposti al rischio da microclima e radiazioni solari devono poter accedere alla sorveglianza sanitaria (Art. 185 del D.Lgs. 81/08) per la valutazione di idoneità alla mansione e il monitoraggio della salute e per porre maggiore attenzione ai soggetti suscettibili.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MICROCLIMA ED ESPOSIZIONI A RADIAZIONI SOLARI

La prima parte della valutazione del rischio è rappresentata da una corretta analisi preliminare sia per gli ambienti indoor che outdoor

  • Ambienti indoor: Verificare i vincoli produttivi che impediscono il comfort termico. Se assenti, garantire condizioni prossime alla “neutralità termica” (standard EN 16768-2).
  • Ambienti outdoor: Considerati sempre a rischio per esposizione climatica diretta e quindi come ambienti vincolati.

A prescindere che l’ambiente lavorativo sia al chiuso o all’aperto, la valutazione si può arricchire utilizzando delle checklist predittive come quella presente nel documento del Coordinamento Tecnico delle Regioni di seguito riportata.

Se emerge almeno un “Sì” nella lista di controllo, è obbligatorio condurre una valutazione specifica per ridurre le criticità identificate e implementare misure di protezione conseguenti.

Si ricorda che negli ambienti indoor se il rischio non deriva da esigenze produttive, il datore di lavoro deve garantire il comfort termico (art. 1.9.2 e 1.9.3, All. IV del D.Lgs. 81/08) e Intervenire con climatizzazione o isolamento dell’ambiente.

Strumenti di supporto per la valutazione del rischio previsionale

Appurato che si debba fare una valutazione specifica del rischio da microclima e radiazioni solari, di seguito sono indicati degli strumenti per la misurazione del rischio:

Gli strumenti di supporto alla valutazione del rischio di tipo previsionale possono essere:

  • l’indice HI (L’indice di calore, o Heat Index), è normalmente utilizzato per comunicare alla popolazione condizioni in cui è necessario adottare misure di prevenzione perché di più facile applicazione, maggiormente cautelativo, tenuto conto che la popolazione comprende anche soggetti in età non lavorativa, molto giovani o molto anziani e soggetti con varie fragilità. Tiene conto solo dei parametri temperatura e umidità relativa dell’aria e viene 6 normalmente riportato anche dai siti che diffondono le previsioni del tempo. Tale indice non tiene conto di fattori quali l’intensità dell’attività svolta, l’abbigliamento indossato (e presenza di DPI), pertanto la valutazione del rischio andrà svolta con indici che tengano conto di maggiori fattori.
  • il portale Worklimate ospita una piattaforma previsionale di allerta a 3 giorni, per un primo screening dei rischi legati allo stress da caldo dei lavoratori sul territorio nazionale. La valutazione è effettuata stimando l’Indice WBGT (vedi paragrafo seguente). Le ipotesi di calcolo sono fornite per un lavoratore sano (in assenza di condizioni individuali di suscettibilità termiche), non acclimatato al caldo e che non indossa dispositivi di protezione individuale o che comunque indossa un abbigliamento che non determina un ulteriore aumento del rischio. Le previsioni sono personalizzate sulla base di diversi scenari espositivi outdoor (ombra/sole/attività fisica intensa/attività fisica moderata).

Tali strumenti sono prevalentemente utilizzabili per gli ambienti outdoor ma possono essere utili per tutti quegli ambienti che risentono delle condizioni meteo esterne. Le valutazioni del rischio di esposizione al caldo o a radiazione solare possono essere effettuate a partire dai parametri fisici direttamente misurati nel luogo di lavoro o dati storici e che quindi sono utilizzati da specialisti e richiedono una specifica preparazione e la disponibilità di strumenti di misura sofisticati.

In questo caso le metodologie più utilizzate sono l’Indice WBGT ed il metodo PHS (vedi ad esempio calcolatori sul Portale Agenti Fisici).

Indici di misurazione del rischio da calore e radiazioni solari

Per valutare i rischi da calore negli ambienti lavorativi, gli standard internazionali riconoscono due metodologie principali:

Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature)
Norma di riferimentoUNI EN ISO 7243
Dove si può reperireStrumenti di calcolo gratuiti: Sul Portale Agenti Fisici di INAILStrumenti fisici: Termometri a globo e igrometri (es. misuratori WBGT portatili).
FunzionamentoLa metodica che utilizza l’Indice WBGT, tiene conto, oltre ai parametri fisici ambientali, anche del vestiario e dell’impegno metabolico. L’indice WBGT è di facile calcolo a partire dai dati di temperatura e velocità dell’aria, temperatura radiante, umidità ed isolamento del vestiario. Il risultato deve essere confrontato con i valori limite stabiliti sulla base del dispendio metabolico e dello stato di acclimatamento del lavoratore.
VantaggioFornisce una valutazione rapida (primo screening).
LimiteStima approssimativa, non adatta per scenari complessi.
Metodo PHS (Predicted Heat Strain)
Norma di riferimentoUNI EN ISO 7933
Dove si può reperireSoftware specializzati: Disponibili sul Portale Agenti FisiciINAIL (calcolatore PHS integrato).
Come funzionaÈ un algoritmo iterativo che restituisce gli andamenti nel tempo della stima della temperatura rettale e della quantità di liquidi persi nel corso delle otto ore lavorative e, se necessario, la durata massima di esposizione.
VantaggioPrecisione scientifica (simula gli effetti fisiologici).
LimiteRichiede dati dettagliati (metabolismo, abbigliamento, acclimatamento) e competenze tecniche.

Per prevenire il rischio da esposizione a radiazione solare sono presenti nella sezione “Radiazioni ottiche naturali” del Portale Agenti Fisici sia un calcolatore previsionale basato su dati storici, che un calcolatore basato sui dati metereologici giornalieri e sulle differenti condizioni espositive.

MISURE DI PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DEL CALORE E DELLE RADIAZIONI SOLARI

Organizzazione del lavorolimitare o evitare il lavoro nelle ore più calde della giornata, soprattutto per i lavoratori outdoor qualora, nonostante l’adozione di specifiche misure di prevenzione, lo stress da calore comporti rischi rilevanti per la salute del lavoratore; limitazione dei tempi di esposizione mediante rotazione del personale. Si fa presente che l’individuazione delle ore più a rischio della giornata deve essere effettuata valutando gli indici riconosciuti dalla normativa internazionale (WBGT, PHS) avvalendosi anche degli strumenti presenti sul Portale Agenti Fisici e sul portale Worklimate. Evitare di lavorare in solitario.
Acclimatamentodeve essere sempre preso in considerazione nel definire specifiche procedure aziendali, sia per i nuovi assunti che a seguito di interruzioni dell’attività lavorativa. Favorire l’acclimatamento quando esiste uno sbalzo termico fra ambienti diversi, ad esempio utilizzando ambienti di passaggio con condizioni termiche intermedie.
AbbigliamentoVestiario idoneo, comodo, di fibre naturali e con colori chiari.
IdratazioneCorrette Idratazione ed alimentazione sia durante l’attività lavorativa che in previsione di condizioni termiche complesse, tenendo anche conto di eventuali esigenze religiose. Garantire la disponibilità di acqua fresca sul posto di lavoro, con la raccomandazione che i lavoratori facciano la massima attenzione al loro stato di idratazione.
Informazione e formazioneInformazione e formazione ai lavoratori sugli effetti sulla salute dello stress da caldo e dell’esposizione alla radiazione solare, sulle misure di tutela dei rischi specifici e sull’attuazione delle procedure di emergenza, da effettuarsi in una lingua che i lavoratori comprendono.
Sorveglianza sanitariaQualora il processo di valutazione del rischio evidenzi un’esposizione ai rischi microclima caldo o esposizione solare, deve essere predisposta la sorveglianza sanitaria per verificare la presenza di fattori di rischio, costituzionali o acquisiti.
RecuperoPrevedere pause da effettuarsi in luoghi confortevoli.
Sovrintendere le attivitàDesignare una persona che sovraintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti del caldo e della radiazione solare.

Il datore di lavoro è chiamato a prestare massima vigilanza durante i periodi classificati a “rischio alto” per effetti del calore o della radiazione solare. Per garantire la sicurezza e la salute del personale, dovrà verificare – possibilmente con il supporto di personale specializzato – se nella specifica realtà lavorativa sia possibile prevenire condizioni di stress termico o sovraesposizione solare. Questa verifica si traduce nell’attuazione di misure concrete come l’installazione di schermi protettivi, la creazione di coperture ombreggianti, lo spostamento delle lavorazioni in spazi chiusi o la riorganizzazione degli orari di lavoro.

Nei casi di appalti esterni, sarà inoltre necessario integrare il DUVRI con indicazioni operative specifiche, al fine di coordinare efficacemente le azioni preventive tra tutte le parti coinvolte. A supporto di questo percorso, vengono fornite in allegato apposite schede di autovalutazione che assistono il datore di lavoro nella valutazione mirata di tali rischi.

Aerreuno è sempre al tuo fianco per supportarti nella valutazione dei rischi e nella gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in condizioni climatiche estreme.

Vuoi verificare se le misure adottate sono sufficienti? Chiamaci per una consulenza personalizzata.

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