Mi capita spesso di ricevere chiamate da piccole attività che mi chiedono se per loro sia necessario il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi).
E nel 99% dei casi, quando informo che, oltre a essere obbligatorio, è necessario per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori, la sequela di risposte che sfiorano gli insulti che ricevo sono davvero tra le più svariate e colorate possibili.
Ma facciamo un passo indietro, le aziende come la mia, NON sono le portatrici della legge, nel senso, non sono io a decidere cosa sia obbligatorio o meno per le aziende in tema di sicurezza, c’è lo Stato e l’Inail che si occupano di fare questo.
Io mi occupo di aiutare le aziende a non spaccarsi il cervello dietro alle centinaia di normative che escono ogni giorno.
Sì, hai capito proprio bene, ogni giorno escono nuove o variazioni di normative e le aziende come la mia si occupano di leggerle, tradurre in un linguaggio un po’ più semplice per far arrivare a te solo il succo delle cose che ci sono da fare in azienda per continuare a lavorare e non essere sanzionato al prossimo controllo dello Spisal.
Eh sì, se pensi che lo Spisal non esca o esca solo quando succede qualcosa ti sbagli di grosso!
Ma torniamo a noi con un esempio.
Prendiamo un negozio, ad esempio un parrucchiere (per uomo per donna fa poca differenza).
Facciamo l’esempio di Giulia che ha un bellissimo negozio in centro a Verona con due dipendenti.
N.d.r.: Non so se esista una Giulia con un negozio in centro a Verona è il primo nome che mi è venuto in mente!
Giulia riceve l’informazione che deve fare il DVR per il suo negozio e chiama me per chiedere conferma.
Alla mia risposta positiva si infuria e mi chiede a cosa diavolo dovrebbe servirle, loro tagliano capelli e fanno pieghe e tinte, non sono un’azienda metalmeccanica!
Ecco, è da queste considerazioni che nascono gli errori e i problemi quando qualcuno si fa male.
Facciamo un’analisi più approfondita del negozio di un parrucchiere:
- Usa phon e macchinari vari come caschi, piastre etc..
Questi per funzionare utilizzano la corrente, se questo non bastasse, questi strumenti, lavorano spesso vicino all’acqua.
Ovvio che tutti sappiamo cosa succede se finisce un phon dentro l’acqua, ma è altrettanto vero che tutti sappiamo cosa succede se si mette la mano nel forno caldo e allora qui faccio una domanda a te che mi leggi:
Se tutti sappiamo che se metto la mano nel forno caldo mi scotto, perché la gente ancora si scotta per prendere la teglia dal forno?
Ma torniamo al nostro negozio.
L’elettricità potrebbe essere un problema, si sa esattamente cosa fare se il phon cade nell’acqua o si bagna per non restare folgorati?
Si sa esattamente se l’impianto elettrico regge il carico richiesto per tutti gli strumenti senza sovraccaricare o creare cortocircuiti?
Ma questa è la punta dell’iceberg.
L’altro vero problema, in questo tipo di negozi, sono le sostanze chimiche che si utilizzano.
Eh sì, la famosa tinta, non è altro che un miscuglio di sostanze chimiche, anche abbastanza pericolose (vedi ammoniaca) che si utilizzano giornalmente e spesso senza cautela.
Sono sicuro che il produttore manda le schede di sicurezza, ma qualcuno le ha mai lette?
Facciamola più semplice, a parte qualche super preciso, quante volte compri un nuovo oggetto e invece che fermarti a leggere le istruzioni inizi ad andare a tentoni per capire come funziona?
Dai l’hai fatto anche tu almeno una volta, sii sincero!
Lo stesso vale per le schede di sicurezza, nessuno le legge, ma al loro interno sono contenute delle informazioni importanti utili alla sicurezza.
Ti faccio un esempio; potrebbero contenere informazioni sullo stoccaggio, su cosa immediatamente fare se va ad esempio negli occhi, sugli abiti etc..
Forse può sembrare banale, ma non lo è.
Il maggior pericolo risiede proprio nei prodotti chimici, non è sufficiente avere le schede di sicurezza, vanno aggiornate (questo è compito del fornitore, fornirti le schede aggiornate all’ultima normativa disponibile) vanno controllate dal datore di lavoro, il quale ha il dovere di informare e formare il dipendente sui possibili rischi.
Chi, ad esempio, utilizza tinte per capelli, deve essere a conoscenza dei rischi che corre e deve poterle utilizzare in totale sicurezza con i mezzi (DPI) adeguati come ad esempio dei guanti.
Il messaggio che voglio lasciare in questo articolo è che poco importa se, come mi dicono, tanti parrucchieri non fanno la valutazione dei rischi o facciano una limitata formazione ai dipendenti (anche se sempre meglio avere il dvr e l’adeguata formazione).
Il punto fondamentale è che il DVR, oltre a evitarti delle sanzioni, ti può aiutare anche nella quotidianità per evitarti danni e preoccupazioni anche se sei un parrucchiere, ma la cosa più importante è che il datore di lavoro abbia a cura la salute e la sicurezza dei lavoratori e che esegua, con molta attenzione e competenza, la valutazione di tutti i rischi, specialmente la valutazione del rischio chimico.
A tal proposito, trovi qui sotto un link per scaricare un utile opuscolo realizzato ad hoc dall’INAIL sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro nelle attività di parrucchieri ed estetiste.
Scaricalo, studialo e conservalo in negozio!
Ovviamente, se hai necessità di realizzare o aggiornare il dvr per il tuo negozio, lo staff di Aerreuno è a tua completa disposizione, ti basta scrivere a info@aerreuno.com
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A presto